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Una lettura del pensiero politico di Hegel che tiene costantemente presente sia il movimento speculativo che lo caratterizza, sia quella costellazione di concetti che ha avuto la sua genesi nel giusnaturalismo e ha fornito il presupposto delle costituzioni moderne; solo sulla base delle aporie che Hegel ravvisa in quei concetti moderni è infatti possibile intendere il pensiero politico esposto nella Rechtsphilosophie. La linea rossa del percorso compiuto dall'autore è costituita dall'idea di libertà, che non comporta tanto la negazione del concetto di libertà soggettiva, quanto piuttosto il superamento (Aufhebung) della sua unilateralità. Nell'Eticità, caratterizzata dalla totalità concreta dei rapporti, vengono superate insieme la pretesa autonomia incondizionata del singolo e l'assolutezza della sovranità dello Stato. Risultano in tal modo impraticabili sia le interpretazioni "liberali", sia quelle "statalistiche" del pensiero hegeliano. Dalla critica al rito delle moderne elezioni, in cui paradossalmente il cittadino perde la sua rilevanza politica, emerge un modo peculiare di intendere la rappresentanza, attraverso il quale si presenta il problema della pluralità congiuntamente a quello della partecipazione. L'orizzonte del pensiero politico non è più allora costituito dalla razionalità formale della legittimazione del potere - tipica della sovranità -, ma dalla relazione di governo e dalla concreta prassi di governanti e governati.